Seguiamo il movimento di Andras Szabo, giovane violinista in costante lotta con la realtà quotidiana di un anonima cittadina ungherese. L’unico conforto, l’unica superficie su cui posare la testa è il violino, solo compagno con cui Andras può chiudere gli occhi e parlare. L’altro appoggio è la bottiglia che, come intuibile, è soluzione e insieme problema: l’alcolismo di Andras distrugge il poco di vita rimastagli, lacerata fra il difficile rapporto con la moglie, da poco divenuta madre, e il licenziamento dal lavoro come infermiere in un manicomio.