Felice Manetti, un povero diavolo viene ingiustamente accusato d'aver rubato un organetto. Lo salva la testimonianza di uno sconosciuto, Gaetano, che convence i giudici, spacciandosi per partigiano. In realtà è un lestofante, che vive d'espedienti. Felice fa la conoscenza di una giovane venditrice di sigarette il cui marito è dato come disperso. Felice se ne innamora e colma d'attenzioni lei e il suo piccolo, a spese di Gaetano. Felice trova lavoro in un calzaturificio; ma per sfuggire alle persecuzioni dei compagni si finge sovversivo, e viene scacciato. Ciò provoca uno sciopero politico, ma Felice finisce in galera. Quando esce apprende che il marito della sigaraia è tornato: il breve idillio platonico dunque è finito. Gaetano gli procura un vecchio organetto che però suona soltanto inni fascisti, e Felice per sottrarsi all'indignazione della folla, deve scappare con Gaetano nell'automobile, che questi ha rubato; mentre si profila, non lontano, un nuovo arresto.